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Cop28 a Dubai: "transizione" equa dai combustibili fossili

"Lo sport può rappresentare uno scenario di innovazione nella gestione delle risorse elettriche": parla Francesco Turrà, Uisp

 

Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre i rappresentanti di quasi duecento paesi hanno raggiunto un accordo di compromesso alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. L’accordo è stato definito da molti “storico” perché menziona esplicitamente la necessità di una transizione dai combustibili fossili, che sono la causa principale del cambiamento climatico. Il testo, frutto di difficili negoziati, è stato adottato per consenso, un concetto diverso dall’unanimità in quanto non c’è una vera votazione, ed accolto da lunghi applausi e una standing ovation.

“Risulta evidente come le contraddizioni già evidenziate l’anno scorso e che valgono anche quest’anno (un summit che ha come obiettivo la promozione di pratiche di sviluppo sostenibili che non riesce nemmeno ad avere una propria organizzazione interna sostenibile) si scontrino inevitabilmente con la realtà dei fatti - commenta Francesco Turrà, responsabile Politiche ambientali Uisp - e cioè che è ancora il sistema economico a dettare la linea dello sviluppo e che la sostenibilità di quest’ultimo sia subordinata al profitto. L’ultimo report di Climate action traker (gruppo indipendente internazionale di ricerca) evidenziano come, anche con le attuali misure intraprese, nel migliore degli scenari entro il 2030 la temperatura media aumenterà di 1,8° (2,5° nel peggiore degli scenari), comunque al di sopra dell’obiettivo di 1,5° degli accordi di Parigi”. 

Nel documento si chiede “una transizione dai combustibili fossili che sia giusta, ordinata ed equa, accelerando l’azione in questo decennio cruciale, in modo da raggiungere la neutralità carbonica nel 2050, in linea con le raccomandazioni della scienza”. L’uso del termine “transizione” invece di “eliminazione”, che ha reso la formulazione un po’ più ambigua, è stato decisivo per convincere l’Arabia Saudita e l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) ad approvare il testo.

“Una nota positiva emersa dal summit è che, per la prima volta, si parla chiaramente di “combustibili fossili”, in riferimento all’uscita da pratiche non più sostenibili - conclude Turrà - In questo quadro lo sport può rappresentare uno scenario di innovazione nella gestione delle risorse elettriche (la cui produzione rappresenta la principale fonte di emissione di gas serra), da un lato intervenendo sull’esistente e dall’altro sulla rigenerazione dell’impiantistica sportiva nazionale, incentivando e attuando le buone pratiche delle comunità energetiche. Oltre all’aspetto pratico, anche l’aspetto educativo riveste una notevole importanza, perchè collegando lo sport a pratiche sostenibili, si promuove una campagna di sensibilizzazione ed educazione attiva sui milioni di persone che quotidianamente la praticano”.